

Seguire un approccio data-driven per personalizzare il proprio marketing è uno degli obiettivi principali di molte aziende. Ma cosa dicono i dati?
Movimenti, parole, interazioni sociali, acquisti, interessi, hobby, opinioni, attività formative e lavorative, esperienze, tutto questo produce un’immensa quantità di dati digitali, un ricco e variegato patrimonio informativo di byte in rapida e continua evoluzione.
Dati che, se a prima vista appaiono insignificanti, acquistano valore nel momento in cui diventano oggetto di studio, analisi, interpretazione, conservazione e gestione al fine di contribuire alle decisioni delle aziende e all’automazione dei processi.
In questi ultimi dieci anni, come evidenza una Survey Gartner del 2018, la quasi totalità di organizzazioni e aziende ha posto al centro dei propri obiettivi strategici quello di sviluppare e diffondere una cultura data-driven. Malgrado ciò, ricerche e indagini forniscono dati per niente incoraggianti, confermando che si è ancora lontani dalle aspettative:
- Forbes illustra come il 70% delle iniziative di Digital Transformation non ha ottenuto i risultati sperati, nonostante le ingenti somme di denaro investite;
- Deloitte ribadisce che il 63% dei professionisti operanti in ambito data analytics non considera la propria un’azienda data-driven;
- New Vantage Partners conferma che il 68% degli intervistati, tutti massimi esperti nel settore analytics e big data, non ritiene che la loro sia un’impresa data driven.
Al giorno d’oggi è quasi impensabile immaginare di vivere in un mondo spento, sconnesso e spoglio di tecnologie come l’Internet of Things o l’Intelligenza Artificiale. Ma, la tecnologia da sola non è sufficiente se non supportata da un radicale cambio di mentalità e dalla fiducia umana riposta in strumenti e attività strettamente legate alla gestione e all’utilizzo dei dati nella loro interezza.
L’importanza dell’approccio data-driven in azienda
Le data-driven company sono aziende che si lasciano guidare dai dati per compiere scelte basate su fatti oggettivi anziché su sensazioni o considerazioni personali. Nel marketing, oggi strettamente legato alla cultura del digital e web analytics, questo tipo di approccio rappresenta il valore aggiunto che consente di costruire relazioni significative e durature con il pubblico.
Il data-driven marketing favorisce la combinazione della raccolta e analisi dei dati con azioni di marketing tradizionale, al fine ultimo di creare strategie di marketing e comunicazione destinate a pubblici specifici, in linea con il modello di business dell’azienda, il contesto macroeconomico e il benchmark con l’industria di riferimento.
Nell’odierno panorama multicanale, la raccolta dei dati, sia digitali (informazioni su siti web, geolocalizzazione, tempo di permanenza su una pagina web, acquisti su e-commerce ecc..) che fisici (età, genere e professione), permette di segmentare l’audience di riferimento in: clienti esistenti, lead qualificati e prospect.
Da numeri a informazioni di valore, quali sono gli elementi chiave da analizzare per tracciare un ritratto quanto più realistico del target?
- Comportamento. Comprendere le intenzioni dei visitatori attraverso i movimenti e le motivazioni che li hanno condotti su un determinato sito web. Scoprire il perché e il come medianti l’analisi delle keywords o dell’URL di riferimento con cui l’utente è atterrato sul sito.
- Metriche dei risultati. Analizzare e valutare obiettivi e KPI raggiunti attraverso un content marketing valoriale, per capire se il grado di soddisfazione dell’utente corrisponde effettivamente agli obiettivi predefiniti in partenza dall’azienda.
- User Experience. Testare e determinare modelli di comportamento e percorsi seguiti dagli utenti. Strategia utile all’elaborazione di strategie capaci di influenzare i processi decisionali dei consumatori e migliorare i risultati attesi.
Monitorare, analizzare e ottimizzare sono le tre tappe strategiche da percorrere nel marketing, per raggiungere un tracciamento rapido e preciso del consumatore ogni giorno alle prese con una customer journey omnicanale.
Per le aziende è importante raggiungere la consapevolezza che il dato è e deve essere un tassello primario integrante della strategia competitiva.
Parola d’ordine nel data-driven marketing: personalizzazione
L’obiettivo cardine delle strategie di data-driven marketing è la personalizzazione delle esperienze da offrire a utenti e clienti.
Tra i vantaggi competitivi emerge l’opportunità di:
- ascoltare, conoscere e comprendere in profondità il target di riferimento;
- creare campagne di comunicazione in grado di convertire il maggior numero di persone, con azioni di marketing personalizzato e retargeting;
- trasmettere messaggi pertinenti direttamente alle persone giuste e nel momento giusto.
In questo modo i brand danno vita a comunicazioni empatiche bidirezionali, in grado di coinvolgere emotivamente la loro audience, costruire relazioni, interagire e fornire contenuti di valore, informativi, interessanti e memorabili.
Attenzione! C’è un sassolino fastidioso da sistemare.
Con la personalizzazione si rischia di risultare invadenti e irrispettosi dell’intimità della persona. Occorre perciò fare molta attenzione al rispetto della privacy dei clienti. Prima di raccogliere dati è opportuno chiedere il permesso, garantire sicurezza e ottenere il consenso del soggetto interessato.
Quando si tratta di privacy la trasparenza è fondamentale, perché rassicura e accresce fiducia.
EGO NewCom crede fortemente nel potere del data-driven, per questo motivo il team si avvale di innovativi ed esclusivi metodi proprietari. Si tratta dei modelli BREMA e PEERS che, come un vero e proprio check-up medico, sono in grado di raccogliere e analizzare i dati necessari alla creazione di strategie di marketing efficaci, brand positioning e piani di comunicazione integrata sorprendenti.
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