

La storia di un’azienda è custodita e narrata dagli elementi grafici e visivi che compongono il logo. Conosciamo la sua evoluzione e i canoni da rispettare per essere davvero memorabile.
Sin dagli albori, l’anonimato visivo è sempre stato un punto a sfavore in economia.
Oggi, epoca in cui la competizione è in costante crescita, ricorrere alla creazione di un marchio è fondamentale per riuscire a distinguersi, posizionarsi strategicamente sul mercato e determinare la nascita e il consolidamento di rapporti con clienti e stakeholder. Il marchio è un segno distintivo che combinato ad altri elementi sia tangibili che intangibili (strategia di comunicazione, valori e reputazione aziendale) costruisce una completa immagine della marca.
Le origini del marchio commerciale risalgono alla marchiatura a fuoco sulle corna o sulla pelle del bestiame destinato al commercio; esigenza nata dalla necessità di impedire fughe e furti di animali causati dall’assenza di una precisa delimitazione dei confini delle proprietà private. Il marchio, inoltre, conferiva valore al bestiame che, una volta presentato e offerto sul mercato diventava un “prodotto marchiato”.
Successivamente anche gli artigiani e altri produttori iniziarono a marchiare i loro prodotti finiti per ribadirne l’originalità e l’unicità. Ecco allora che il marchio inizia ad assumere sembianze pittoriche e verbali, trasformandosi in illustrazioni e descrizioni più complesse, quasi a sostituire i semplici segni primitivi.
Evoluzione del logo
Il logo è la rappresentazione grafica dell’identità di un prodotto o di un’impresa che contribuisce al posizionamento della marca e al riconoscimento, attraverso un intreccio di elementi visivi in armonia tra loro.
Il termine deriva dal greco λόγος e significa “parola”, ossia un simbolo grafico composto da lettere e forme a rappresentare il prodotto, l’idea, il progetto, la filosofia dell’azienda e la cultura di appartenenza.
I primi loghi sono stati realizzati nel periodo dell’antica Grecia, quando i sovrani ordinarono di far segnare le monete personali con dei monogrammi. La progettazione più moderna invece risale al Rinascimento, con l’uso di segni-stampa in oro, simboli cesellati, filigrana su carta e impronte digitali su ceramiche, da parte di orafi e produttori di carta.
Il 1875 è l’anno del primo marchio brevettato in Gran Bretagna, per identificare il brand Bass Pale Ale, produttori di birra. Il logo design era semplice, pulito e caratterizzato dal triangolo, emblema della storia aziendale.
Il graphic design minimalista che caratterizza i loghi dell’età contemporanea sono il frutto di una progressiva evoluzione che ha visto il susseguirsi di stili, dai più pesanti e ricchi di ornamenti, risalenti all’età vittoriana, all’art nouveau e allo stile liberty, fino al raggiungimento di una notevole semplificazione e dell’uso di geometrie, peculiarità del flat design.
Le aziende contemporanee si affidano a simbologie semplici e riconoscibili da usare su tutte le piattaforme digitali e tradizionali, funzionali ed efficaci per tutti gli strumenti di comunicazione online e offline. Un minimalismo affiancato dalle tante tendenze innovative, come: la tridimensionalità, il monocolore, il gigantismo delle lettere, il 3D, la geometria stilizzata e tanto altro.
Logo equivale a branding
“Le grandi multinazionali, per avere successo, devono produrre brand e non prodotti.”
Affermazione più che vera e attuale quella di Naomi Klein, giornalista e scrittrice canadese autrice del best seller “No Logo“.
Nel XXI secolo l’essenza del brand gioca un ruolo fondamentale nel raggiungimento di obiettivi di marketing e business. Il logo design non può più essere considerato banalmente un segno con cui identificare un’azienda, bensì un tassello rilevante della strategia di branding e comunicazione mediante cui elaborare un’efficace e pertinente immagine coordinata in grado di esprimere i valori e l’autenticità del brand e comunicare direttamente con il consumatore coinvolgendolo in esperienze emozionali.
Il logo è la visual identity dell’azienda, afferma e valorizza l’essenza, la storia, le ambizioni e le promesse di valore con cui ispirare fiducia nel consumatore e influenzare il processo decisionale d’acquisto.
È possibile identificare tre tipologie di loghi:
- Iconico e simbolico, quando vengono utilizzate immagini che trasmettono una peculiarità culturale o folkloristica appartenente alla storia e all’identità del brand;
- Logotipo/wordmark, o anche marchio denominativo, se ingloba il nome del brand realizzato con forme e font connotative per la marca;
- Combination mark, affiancamento di un testo a un elemento simbolico.
Le caratteristiche di un logo efficace, inteso come elemento identitario del brand e strumento di comunicazione necessariamente onnipresente, hanno il potere di influire positivamente o negativamente sul comportamento e le prestazioni di consumatori e stakeholder. Per questo motivo la progettazione di un logo che sia funzionale in ogni contesto, deve rispettare dei canoni ben precisi:
- Unicità. Il logo deve essere esclusivo e differente rispetto alla concorrenza, perché rappresenta l’essenza unica del brand.
- Identificativo e riconoscibile. Gli elementi figurativi che danno vita al logo devono essere coerenti con la value proposition del brand, saper esprimere la categoria di appartenenza e il mercato di riferimento.
- Declinabile su tutto il materiale di comunicazione online e offline. Deve poter essere applicato dappertutto, anche su packaging, merchandising, fotografie e video, senza perdere di qualità ed efficacia. Utile è la creazione del brand manual, da consultare come una guida all’utilizzo del logo.
- Modulare e inscrivibile. Il logo deve essere realizzato in modo da essere iscritto in una forma che lo racchiuda.
- Replicabile in bianco e nero o in miniatura. Il logo per funzionare deve riuscire anche a fare a meno dei suoi colori originali. Per questo è essenziale prevedere sempre una versione bianca su fondo nero o una versione nera su fondo bianco.
- Al tratto. Per creare un logo funzionale, occorre evitare sfumature, gradienti e ombre, perché ne impediscono la replicabilità e la declinabilità.
- Di facile lettura e interpretazione. Il logo custodisce in sé la storia del brand che rappresenta. Il vantaggio sta nel riuscire a comunicarla al pubblico con chiarezza e semplicità. Fattore che garantisce memorabilità e fedeltà al brand.
- Equilibrio e armonia. Legare linee, spazi, colori, forme, lettere è fondamentale per costruire una struttura equilibrata e stabile.
La creazione di un logo efficace richiede alle agenzie di marketing e comunicazione innanzitutto un’attenta analisi di mercato e successivamente l’elaborazione di una dettagliata strategia di marketing e branding.
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