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5 Giugno 2024

L’Intelligenza Artificiale sta abbattendo il Muro di Berlino della disabilità

Titoletto

Parliamo di due momenti storici di abbattimento di barriere: La caduta del Muro di Berlino e gli interventi dell’intelligenza artificiale nel campo dell’accessibilità per persone disabili.

Il Muro di Berlino, una volta abbattuto, ha simboleggiato la fine delle divisioni politiche e ideologiche, unendo persone separate da decenni di conflitto. Analogamente l’AI sta abbattendo le barriere fisiche e comunicative che limitano le persone con disabilità, aprendo nuove possibilità di partecipazione sociale, lavorativa ed educativa, che prima sembravano irraggiungibili.

In entrambi i casi, parliamo di una mancanza di libertà e inclusione vinta da una caduta.

In una società dove cadere è sinonimo di fallire, noi vogliamo ricordare che senza di essa non esiste evoluzione.

E la vera rivoluzione è essere accessibili, equi e inclusivi.

Accessibilità, Wikipedia la definisce come: caratteristica di un dispositivo, di un servizio o di una risorsa d’essere fruibile con facilità dal maggior numero di persone.

Accessibilità è quindi la parola d’ordine quando parliamo della stretta relazione tra intelligenza artificiale e disabilità.

Tecnologie di computer vision e riconoscimento vocale hanno offerto una maggiore indipendenza alle persone non vedenti o con problemi uditivi. Grazie a queste innovazioni, ora è possibile comprendere e interagire con l’ambiente circostante in modi precedentemente inaccessibili, trasformando attività come fare una chiamata telefonica o gestire apparecchi domestici tramite IoT in operazioni semplici e intuitive.

Le applicazioni che questa rivoluzione ha fatto nascere sono molte, tra le quali Pedius, Evelity e Seeing AI che ti faremo conoscere subito dopo aver dato la giusta importanza al progetto A5 del Politecnico di Milano.

In Italia non ci vantiamo mai abbastanza dei talenti che abbiamo, preferiamo lasciarli emigrare e farli diventare i famosi “cervelli in fuga”. Non è il caso di questi studenti, i quali hanno sviluppato un’applicazione per aiutare le persone con disturbi dello spettro autistico ad affrontare con successo le sfide della vita quotidiana. Integrando tecnologie innovative di realtà virtuale e aumentata, questa applicazione consente loro di simulare e praticare situazioni complesse in un ambiente virtuale sicuro e controllato.

Ora torniamo invece alle tre applicazioni nominate precedentemente:

Pedius: permette alle persone con deficit uditivo di telefonare, consente infatti di scrivere un messaggio e inviarlo in forma vocale a numeri telefonici fissi e cellulari.

Evelity: migliora la navigazione e l’orientamento delle persone con disabilità in ambienti complessi, funzionando come un GPS pedonale. Questo strumento aumenta l’autonomia degli utenti permettendo loro di esplorare punti di interesse e spostarsi in sicurezza. L’applicazione offre un’interfaccia personalizzabile per rispondere alle specifiche necessità di ogni utente, garantendo l’accesso completo ai servizi disponibili nel luogo.

Seeing AI: assiste nelle attività quotidiane dalla lettura, alla descrizione delle foto, all’identificazione dei prodotti e altro ancora. L’app continua a evolversi mentre ascoltiamo le opinioni della comunità e gli avanzamenti della ricerca sull’IA.

E proprio gli avanzamenti della ricerca sull’AI ci mostrano l’altra faccia della medaglia.

Siamo noi che insegniamo all’intelligenza artificiale ad assomigliarci, pregi e difetti, capacità e limiti. Non possiamo quindi stupirci se apprende da noi ad avere dei giudizi, ma soprattutto pregiudizi, gli stessi che escluderebbero le persone con disabilità dai processi di assunzione guidati dall’AI.

Dovremmo quindi migliorare noi come umani per permettere a queste “intelligenze sintetiche” di essere la versione migliore di sé stesse. Pro, ma nel senso di propositive.

In conclusione, l’intelligenza artificiale sta dimostrando di essere una forza trasformativa nella promozione dell’accessibilità e dell’inclusione; compresa la formazione di professionisti specializzati nell’adattamento e nell’uso di queste tecnologie per le persone con disabilità, creando una nuova frontiera occupazionale in un settore in continua espansione.

Nonostante ci sia ancora del lavoro da fare, si prospetta per loro un mondo sempre più inclusivo e armonioso, dove la diversità sarà una sorgente di energia pura.

Quelle che una volta erano sabbie mobili, instabili e mutevoli, ora sono la sabbia dove correre felici prima di immergersi in questo nuovo mare.

Un mare di possibilità.

La scelta spetta a voi: con i braccioli per navigare con cautela o senza, rischiando di affogare nella sovranità tecnologica.