
Titoletto
Comunicare non è mai stato semplice, le incomprensioni sono alla base. Pirandello diceva: “Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo di intenderci; non c’intendiamo mai!”
Spesso è il nostro mondo interiore che ci fa commettere questi “errori”. Ma si può dire lo stesso delle macchine? Solitamente vengono chiamati glitch, simili ma non uguali ai bug.
Un bug è un errore nel codice che causa comportamenti imprevisti o indesiderati. Questi problemi derivano da errori di programmazione e possono variare da piccoli inconvenienti a gravi malfunzionamenti che compromettono il funzionamento del software. Ad esempio, un’applicazione che si chiude inaspettatamente o un pulsante che non risponde.
Un glitch, invece, è un malfunzionamento temporaneo o un’anomalia che si risolve spesso da sola. È comune nei videogiochi, manifestandosi come comportamenti strani o errori grafici momentanei, come personaggi che attraversano muri o oggetti che scompaiono e riappaiono. In sintesi, i bug sono errori permanenti nel codice che richiedono correzioni, mentre i glitch sono problemi temporanei e meno gravi.
Queste distorsioni comunicative trovano spesso risoluzione nell’empatia, quando si tratta di noi, persone dotate di questa capacità innata di capire l’altro, di sentirlo. Non si può dire lo stesso della tecnologia, almeno non per ora. Fingiamo per un attimo di essere all’interno di un videogioco: i personaggi protagonisti non hanno la capacità di provare dei sentimenti autentici, sono solo imitazioni del nostro sentire. Durante un combattimento, un glitch potrebbe causare dei problemi, ma nessuno avrà comprensione se morirai. Ok, forse non è l’esempio migliore che potessi fare, ma rende l’idea di quanto la tecnologia sia totalmente sovrastata dal sentimento.
Nessuna Alexa sarà come la spalla di un’amica quando verrai lasciata.
La parola “empatia” ha origini nel greco antico. È formata da due parole: “en”, che significa “dentro”, e “pathos”, che vuol dire “sentimento” o “emozione”. Quindi, in senso letterale, empatia significa “sentire dentro”. Nell’antica Grecia, il concetto di “en-pathos” veniva usato per descrivere l’esperienza di condividere un’emozione con qualcun altro. Col tempo, questo termine è stato adottato e sviluppato ulteriormente nel campo della filosofia e della psicologia.
Parlando di psicologia, è interessante menzionare i neuroni specchio. Questi neuroni si attivano sia quando facciamo un’azione, sia quando vediamo qualcun altro fare la stessa azione. Questo meccanismo ci permette di “simulare” nel nostro cervello ciò che gli altri provano, aiutandoci a capire e a entrare in sintonia empatica con loro. Un concetto quindi estremamente importante per la crescita dell’empatia.
Marketing e Psicologia è risaputo vadano a braccetto in quanto comprendere il bisogno di una persona nel momento in cui sorge è la chiave del marketing efficace, specialmente online. Questo tipo di marketing empatico si basa su una comunicazione personalizzata e coinvolgente, poiché le emozioni guidano le decisioni d’acquisto. Che si tratti di un servizio o di un prodotto, l’acquisto avviene perché il venditore riesce a suscitare e controllare emozioni forti nel consumatore. Sebbene possa sembrare complicato, il marketing empatico non è difficile da realizzare se si considera il potenziale cliente come una persona con emozioni e bisogni, non solo come una fonte di guadagno. L’empatia nel marketing significa mettersi nei panni del cliente per capire di cosa ha bisogno, suscitando emozioni e rassicurandolo. Creare contenuti che stimolano e controllano le emozioni è essenziale per una strategia di marketing efficace. Oggi non basta avere un buon prodotto; è necessario comunicare che il prodotto soddisfa le esigenze del target, distinguendosi dalle alternative. Questo richiede empatia per costruire una relazione forte.
Parliamo pur sempre di emozioni quindi non solo bisogna usare i guanti ma occorre essere consapevoli che nessuna strategia di marketing, nemmeno la più efficiente ha il controllo del nostro sentire e quindi il fraintendimento è dietro l’angolo.
Come precedentemente detto, errare è umano e non solo, però quanto costa un errore?
Alcuni glitch, soprattutto nel mondo del gaming, hanno creato problematiche costose e non indifferenti sia a sviluppatori che utenti. Un esempio abbastanza emblematico può essere The Sims, uno dei videogiochi più conosciuti di sempre. Durante le partite il glitch più ricorrente è quello che fa apparire improvvisamente i bambini come demoni.
In un mondo sempre più indirizzato ad un utilizzo quasi totalizzante dell’intelligenza artificiale e della tecnologia, si può arrivare a pensare che il glitch potrebbe essere richiesto e quindi strategico? Basti pensare a intelligenze artificiali come Midjourney: quelli che prima erano glitch casuali e molto evidenti, ora sono minimi e spesso ricercati per sottolineare alcuni contrasti o problematiche.
Di seguito un esempio dei primi glitch creati dall’AI e di come in meno di due anni siamo arrivati ad avere delle foto generate che fatichiamo a distinguere da quelle reali.