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30 Ottobre 2023

Suono e voce nuovi superpoteri

Nel vasto e complesso mondo della comunicazione, un elemento sfuggente si nasconde dietro le quinte, pronto a innescare un’esplosione di impatto e potenza.

È la voce umana, arma silenziosa che ha il potere di plasmare la percezione e incanalare emozioni.

Ascolta bene: questa è la forza che il branding e la comunicazione aziendale hanno imparato a sfruttare con fervore.

L’influenza della voce non si limita alle interazioni interpersonali. Nell’era digitale in cui navighiamo, gli occhi dei consumatori affamati di informazioni affogano in un mare di immagini e il suono emerge come un faro nella tempesta.

Questo mezzo espressivo è uno strumento unico per veicolare messaggi attraverso sfumature, inflessioni e intenzioni. Fa parte di noi e della nostra natura e ci distingue come individui. Il nostro sistema nervoso è in grado di interpretare le voci di chi ci circonda, estrapolando molte più informazioni di quante ne vengano effettivamente pronunciate.

Per quanto suoni strano, la voce rientra nella comunicazione non verbale, nello specifico fa parte del linguaggio paraverbale, e si riferisce al modo in cui viene comunicato un pensiero, come il tono, la velocità, il volume e il timbro.

La voce è così potente perché stimola il nostro subconscio aiutandoci a costruire un’immagine mentale e la stessa cosa succede quando il soggetto protagonista è un brand.

Il primo utilizzo della voce come tecnologia si può ricondurre alla nascita, nel 2011, di Siri, l’assistente vocale lanciato da Apple. Le sue primitive funzionalità, che comprendevano soltanto la consultazione del meteo e la partenza delle chiamate, hanno messo le basi per la nuova tecnologia di apprendimento vocale fino ad arrivare agli assistenti che ormai abitano milioni di case, come Alexa.

Oggi, nel web la voce si è ritagliata nuovi spazi e nuovi format da dare in pasto agli utenti. Sono nati così i podcast e gli audiolibri, formati che hanno registrato la loro impennata durante la pandemia.

Se gli audiolibri sono auto-esplicativi, i podcast si posizionano invece come un efficace strumento di marketing.

Essendo un prodotto di Internet, i suoi episodi tematici non hanno limiti di durata o di contenuto e, a differenza della sua antenata radio, sono accessibili on-demand ovunque e in qualsiasi momento.

La sua esplosione globale è dovuta alla sua modalità di consumo diretta, spesso gratuita e flessibile in quanto accostabile ad altre attività.

Per capire quanto sia effettivamente diffuso il podcast, ci viene in soccorso il report 2022 by Spotify, una delle piattaforme più utilizzate.

In Italia l’ascolto dei podcast è aumentato del 244%.

Aumento ascolto podcast, report Spotify 2023.

Inoltre, nel corso dell’anno sono cambiante anche le tendenze sulle categorie riprodotte: gli utenti si sono sintonizzati maggiormente sui temi società e cultura e, soprattutto in Italia, su salute, religione e spiritualità.

Podcast più ascoltati su Spotify, report 2023.

Che sia questo il nuovo mezzo per eliminare il rumore?

Il 91% degli ascoltatori continua a preferire i dispositivi mobili, ma si fruisce sempre di più in macchina, sulle smart speaker e sulle smart tv.

Dove si ascoltano i podcast, report Spotify 2023

Il fragore del consumo di podcast ha catturato l’attenzione di brand e aziende che hanno prontamente iniziato a investire in pubblicità. Prima erano soprattutto marchi legati alla tecnologia e all’intrattenimento ad investire in questa nuova frontiera, mentre quest’anno la crescita si espande verso i settori B2B, viaggi e tempo libero, e medicina.

Settori con adv podcast, report Spotify 2023

Perché? Perché genera risultati. Gli inserzionisti hanno registrato un tasso di conversione dell’1,28% nelle campagne podcast con il pre-roll.

Meno standardizzato del video e meno popolare del blog, il podcast interrompe la routine riuscendo a catturare un pubblico che è sempre meno sensibile alla pubblicità. Aiuta il brand ad affermarsi come autorità nel mercato, generando credibilità, fiducia e differenziandolo dalla concorrenza. Per farlo, lo storytelling deve essere coerente con i valori dell’impresa per dar voce alla storia aziendale.

Il potere del suono e della voce non riguarda solo le campagne di advertising.

Predominante nelle strategie dei brand è il sound branding o anche detto marchio sonoro. L’intento di questa pratica è di combinare strategicamente i suoni con l’immagine dell’azienda per evocarne il carattere e creare un segno distintivo.

È indubbiamente un veicolo immediato e memorabile, in grado di imprimersi nella mente delle persone creando connessioni profonde che, di conseguenza, danno vita a community sempre più interattive.

Se ti canticchio Tu-dum, a cosa pensi?

La sua efficacia è immediatamente riconoscibile e Netflix ne porta la nuova corona.

Questo semplice suono che accompagna l’inizio dei nostri film e delle nostre serie, ha richiesto più di un anno di lavoro sovrapponendo ben 4 suoni: il rumore di una fede su una superficie di legno, un doppio colpo per intensificarne la potenza, un’incudine e la melodia di una chitarra riprodotta al contrario.

Un altro esempio, ormai impresso nelle nostre menti, è McDonald con il suo evergreen Para-pa-papa. Mentre il logo si è evoluto nel corso del tempo, il marchio sonoro realizzato negli anni 2000 è rimasto lo stesso, talmente persuasivo da poter essere utilizzato da solo senza perdere la sua efficacia.

La memorabilità di questi brevi jingle è tutta una questione di soglie dell’attenzione. Nel momento un cui un suono inizia, il nostro cervello ne aspetta automaticamente la fine, nel frattempo registra tutte le informazioni ricevute fino a quel momento. Insomma, facilita l’apprendimento rispetto a un determinato prodotto o brand in quanto è un processo comunicativo emotivo.

Il settore delle automotive è stato tra i più lungimiranti e attenti al sound branding e i grandi marchi investono da tempo sul proprio sound logo. Addirittura, il settore si è concentrato per anni sul rumore prodotto dallo sportello dell’auto quando si chiude perché, secondo le interviste, era percepito come una misura della solidità dell’auto e di riflesso del suo valore.

E se, pensandoci, non riesci a farti venire in mente i loro marchi sonori, ti rinfresco in fretta la memoria con una carrellata dall’universo automobilistico.

Attenzione però: non credere che un qualsiasi tipo di stimolo sonoro sia meglio che non averne nessuno. La produzione di questi suoni deve essere studiata in ogni singolo dettaglio per ottenere un risultato cucito su misura.

AMP Sound Branding, leader mondiale del settore, ogni anno incorona le migliori sonic idendity misurando l’efficacia dei marchi che utilizzano il suono in tutte le loro comunicazioni.

Mastercard si conferma per il quarto anno consecutivo come marchio di punta. Il motivo? La sua identità sonora olistica viene utilizzata in quasi tutti i punti di contatto, da uno specifico suono per la conferma di pagamento a una speciale filigrana di tutti i contenuti audio e video. La sua flessibilità è in grado di connettersi emotivamente con i propri clienti.

L’audio è riconosciuto come uno straordinario brand builder, ma il report mette in evidenza un segreto che abbiamo già iniziato a svelare: attraverso il funnel, l’audio genera potenti conversioni di acquisto proclamandosi vincitore.

Impatto del sound branding nel funnel

In generale, questa tendenza è in aumento: nella classifica si è visto un aumento del 39% dei marchi che possiedono un logo sonoro, e del 25% dei marchi che utilizzano musica di proprietà nei contenuti digitali.


È chiaro ora che, mentre l’era digitale ci avvolge con una miriade di immagini, il suono emerge catturando l’attenzione in modo unico.

La voce e il suono si rivelano come i nuovi superpoteri nel mondo della comunicazione aziendale e del branding. La loro validità, spesso trascurata, è capace di forgiare connessioni intense e durature con il pubblico.

Un marchio dotato di una voce distintiva, di un suono unico e di un sound logo riconoscibile sarà destinato a emergere dal mare di stimoli digitali.

È il momento di alzare il volume: l’avvenire è sonoro e la voce – nostra o del nostro brand – è pronta a cantare la melodia della comunicazione.

Il suono del cambiamento è arrivato. E tu? Sei pronto ad ascoltarlo?