

La GenZ attratta e attiva nell’universo digitale e artistico. Con una precisa visione dei Brand.
Dimentichiamoci le generazioni precedenti.
La GenZ rompe gli schemi tradizionali con una mentalità imprenditoriale senza pudore in merito a successo e denaro.
Sono creatori e investitori di arte digitale e NFT, sfuggono al mercato dalle gallerie e approdano direttamente da Christie’s.
I teen artist muovono le masse con un post e tengono d’occhio Murakami, Kaws e Hirst.
Puntano a collaborazioni prestigiose e redditizie con i Brand.
In cambio restituiscono di visibilità e fiducia.
In tutto questo, il vero outsider è Banksy.
La collisione creativa fra arte, brand e Gen Z
L’arte e la Gen Z, due temi legati dall’improbabile ma inevitabile collisione tra l’universo creativo e il macrocosmo del marketing, si incontrano nella delicata sfera della costruzione della fiducia.
In un’epoca, in cui la creazione di esperienze di marca sempre più coinvolgenti è diventata determinante per acquisire e fidelizzare i clienti, l’arte e la creatività sono fattori cruciali per la Gen Z, giovani dalla mentalità imprenditoriale e dall’occhio vigile per l’arte digitale e NFT.
Brand awareness e brand reputation, questi sono i mantra del mondo degli affari, dove ogni passo è calcolato e ogni mossa studiata con chirurgica precisione. Ma cosa succede quando i Brand incontrano l’arte, la cultura e le giovani generazioni? Ecco che si può generare un connubio sorprendente, tra mondi apparentemente lontani: il contatto tra arte e business può condurre a un’immagine di marca distintiva e riconoscibile, a testimonianza di impegno trasparente e autentico interesse capace di accrescere il valore della loro Brand Equity.
Gen Z: dinamici e difficilmente perimetrabili perché in perenne mutamento
La Generazione Z, un insieme dinamico e imprevedibile, in perenne mutamento come una marea che si ritira e poi risale con forza dirompente. Difficili da perimetrare, sfuggenti come un ghosting fotografico, si muovono in dimensioni parallele, a noi solo visibili attraverso gli schermi di smartphone e tablet.
Ma non fraintendetemi, non si tratta di un giudizio negativo, anzi. Questa generazione ha in sé un’energia vitale che la spinge alla ricerca dell’inaspettato, dell’inconsueto, del differente, dell’altro. Non si accontenta della monotonia e della banalità ma ricerca l’esplorazione di nuovi territori, l’ampliamento dei propri orizzonti.
Ecco perché, forse, non è possibile definirla in modo preciso e categorico, perché ogni giorno si reinventa e si evolve, come un organismo che si adatta all’ambiente che lo circonda.
Per questi giovani, l’arte è influenzata da quella digitalizzazione che ha dato vita a piattaforme come Instagram e TikTok, dove i teen artist presentano le loro opere al mondo intero. E sono proprio questi artisti, incuranti del mercato controllato dalle gallerie, a rappresentare il fulcro della passione dei giovani consumatori.
Artisti emergenti che, assurgendo alla notorietà nel tempo di un post, approdano direttamente da Christie’s, conquistano un pubblico vasto, sempre più eterogeneo, intessendo relazioni profonde con i propri follower.
Per i Brand, la Gen Z rappresenta un pubblico estremamente interessante, proficuo e soprattutto, difficile da conquistare. Secondo una ricerca di Rave Reviews, loro, i ragazzi nati tra il 1995 e il 2010, saranno la generazione più ricca mai esistita: entro il 2031 la Gen Z supererà i guadagni dei Millenials e negli anni successivi quintuplicherà la cifra.


La richiesta della Gen Z ai brand: autenticità, creatività e una forte passione per l’arte
Voracemente curiosi, dinamici, attenti a sostenibilità ed etica e riluttanti a schemi confinanti, orientano le proprie scelte di consumo in base alla coerenza di valori ed esigenze personali e sociali.
Utilizzare l’arte nei prodotti e nella comunicazione è un modo efficace per creare connessioni emotive con il pubblico, in particolare con la Gen Z, quella generazione che ha il fuoco dell’arte nel sangue.
Ma attenzione, non basta una mera operazione di marketing per conquistare la fiducia dei giovani consumatori. I brand devono dimostrare autenticità e vera passione per l’arte, devono trasmettere un impegno nel suo utilizzo creativo e originale, senza tralasciare questioni come la sostenibilità, la giustizia sociale e l’inclusione. Solo così potranno guadagnarsi il rispetto e la stima di un pubblico esigente e consapevole.
E i brand che utilizzano l’arte possono trovare nella Gen Z un pubblico molto interessante, grazie alla loro sincera passione per l’arte e alla loro abitudine a seguire gli artisti sui social media; ma questo pubblico è anche molto attento e critico e sa ben distinguere tra un’operazione di facciata e un vero impegno.
Infine, devono essere in grado di creare esperienze coinvolgenti e significative.
I giovani consumatori si dimostrano molto esigenti nei confronti delle esperienze di marca e richiedono che queste siano uniche e coinvolgenti, divertenti e significative, che permettano loro quindi di interagire con l’arte in modo creativo e originale.
Quindi, se il tuo intento è costruire la fiducia dei giovani consumatori attraverso l’arte, devi seguire alcune linee guida chiave:
- trasparenza riguardo alla provenienza dell’arte utilizzata
- impegno per la sostenibilità e per la giustizia sociale
- autenticità e passione.
Solo così potrai creare un legame autentico con un pubblico che ha la cultura e l’arte nel DNA.


La Gen Z, gli NFT e l’arte digitale: il nuovo fronte della creatività e del mercato
La Gen Z e gli NFT, una combinazione esplosiva, che si rafforza ogni giorno e che sta rivoluzionando il mondo dell’arte e dell’economia.
I giovani investitori che si cimentano in questo mondo digitale appartengono principalmente alla Gen Z, una generazione che sa come spingersi oltre i confini e sperimentare nuove forme di espressione. Secondo alcuni dati recenti, infatti, la maggior parte dei giovani che investono in NFT appartiene proprio a questa generazione, con un’età media di circa 25 anni.
Così, sui social media, si possiamo incontrare migliaia di teen artist che utilizzano queste piattaforme per mostrare il loro lavoro e raggiungere un pubblico vasto ed eterogeneo. Non importa il medium o lo stile, esistono talenti di ogni genere e natura che trovano spazio e visibilità grazie alla globalità del web.
Giovani artisti, quelli che usano gli NFT come una nuova forma di espressione e di guadagno, che creano opere d’arte digitali vendute come criptovalute. Una nuova economia dell’arte che coinvolge sia i talenti emergenti che collezionisti e investitori.
Questo fenomeno non coinvolge solo artisti emergenti. Anche artisti affermati godono di grande popolarità tra i giovani, grazie alla loro capacità di creare opere che risuonano con l’animo della Gen Z.
E non è solo una questione di investimenti e guadagni, gli NFT rappresentano una nuova frontiera dell’arte, una forma di democratizzazione che consente a un pubblico più ampio di accedere alle opere d’arte, eliminando le barriere fisiche e geografiche: un’opportunità unica per una generazione che cerca sempre nuove forme di accesso alla cultura e alla creatività.
Riduttivo circoscrivere gli NFT in un fenomeno passeggero, una moda del momento destinata a svanire presto, quella a cui stiamo assistendo è una vera e propria rivoluzione culturale, un modo per la Gen Z di esprimersi e di comunicare con il mondo, di creare un’arte che parla direttamente al cuore e all’anima.
È l’inizio di un lungo viaggio alla scoperta di nuove forme di espressione, di nuove possibilità di comunicazione, di nuovi orizzonti da conquistare.
L’arte come alleata del business: quando il talento incontra il marketing
Prima di addentrarci nel mondo delle collaborazioni, soffermiamoci su alcuni dati:
Uno studio condotto dal Center for Generational Kinetics ha dimostrato che il 61% dei giovani consumatori preferisce acquistare da brand che mostrano un impegno per la creatività e l’innovazione.
Inoltre, il 67% dei giovani consumatori afferma di essere disposto a pagare di più per prodotti di alta qualità e sostenibili. Questi dati dimostrano come l’utilizzo dell’arte e della creatività possa essere un fattore determinante per il successo dei brand tra la Gen Z.
Un altro studio condotto dall’Università di Oxford ha dimostrato che l’arte può aiutare i brand a migliorare la loro immagine e a creare una relazione più profonda con il pubblico.
Secondo lo studio, l’arte può aiutare i brand a:
- creare un’immagine di marca distintiva e riconoscibile;
- mostrare il loro impegno per la creatività e l’innovazione;
- dimostrare un interesse per la cultura e la società;
- creare esperienze uniche e coinvolgenti per il pubblico;
- raggiungere nuovi pubblici e costruire relazioni con i giovani consumatori.
Assodati i benefici per i Brand, esploriamo alcuni esempi di connessioni proficue che hanno portato a risultati sorprendenti e coinvolgenti. E non si tratta solo di borse e accessori con il caratteristico motivo a pois di Yayoi Kusama per Louis Vuitton o di mostre di arte digitale all’interno dei fast food Shake Shack o, ancora, di collezioni di abbigliamento ispirate alle opere di artisti come Alessandro Paglia.
No, si tratta anche di esperienze uniche e coinvolgenti per il pubblico, di eventi artistici e culturali organizzati da brand come la catena di alberghi Ace Hotel, dove artisti emergenti possono esporre le proprie opere e interagire con il pubblico.
Si tratta di installazioni interattive come quella creata da OnePlus in collaborazione con l’artista inglese Joshua Vides, che permettono ai visitatori di entrare in contatto con l’arte in modo nuovo e totalizzante.
E poi ci sono i brand che utilizzano l’arte per migliorare la propria immagine e la propria reputazione, come Hermès e Gucci che collaborano con artisti come Anselm Kiefer, Richard Serra e Ignasi Monreal per creare immagini di marca distintive e riconoscibili.
Non è solo una questione di immagine e di reputazione. Si tratta di esperienze coinvolgenti e interattive come quella proposta da Adidas, che permette ai consumatori di personalizzare le proprie scarpe con un’opera d’arte o come quella promossa da Marni attraverso la mostra “Marni Prisma”, che invita gli spettatori a diventare parte dell’installazione stessa.
E infine c’è Lush, che, attraverso la campagna “Fresh and Fearless”, utilizza i propri prodotti cosmetici per creare opere d’arte in tempo reale e coinvolgere il pubblico nella creazione di nuove esperienze creative.
Insomma, l’arte e il business possono collaborare in modo sorprendente, creando nuove esperienze per il pubblico e nuove opportunità per i brand. E questa è solo la punta dell’iceberg, un universo di possibilità da esplorare e da scoprire.
Gli artisti preferiti dalla Gen Z, un universo di creatività e originalità che continua a sorprendere e a emozionare
Giovani artisti che si fanno strada sui social media utilizzando la tecnologia e la digitalizzazione per creare opere d’arte uniche e coinvolgenti. E poi ci sono gli artisti affermati, quelli che hanno già fatto la storia dell’arte contemporanea e che continuano a suscitare emozioni forti e profonde tra i giovani.
Tra gli artisti emergenti, alcuni nomi da tenere d’occhio includono Kaws, Takashi Murakami, Mr. Doodle, Yung Jake e Amoako Boafo. La loro arte utilizza sovente la tecnologia e la digitalizzazione per creare opere molto popolari tra la Gen Z.
Tra gli artisti affermati, invece, alcuni nomi che continuano a godere di grande popolarità tra i giovani includono Banksy, Jeff Koons, Damien Hirst, Yayoi Kusama e Ai Weiwei, noti per la loro originalità e capacità di creare opere d’arte che suscitano reazioni emotive forti e profonde.
Inoltre, molti teen artist si ispirano a maestri affermati e cercano di creare opere altrettanto originali e coinvolgenti. In questo modo, l’arte continua a evolversi e ad adattarsi alle esigenze e ai gusti della Gen Z, creando un ponte tra il passato e il presente dell’arte contemporanea.
In conclusione, l’utilizzo dell’arte e della creatività rappresenta una strategia vincente per i brand che cercano di costruire connessioni emotive con la Gen Z. Tuttavia, per avere successo, i brand devono dimostrare autenticità, trasparenza ed essere in grado di creare esperienze significative per il pubblico.
Le “Stelle Polari” che riusciranno a seguire queste linee guida potranno creare connessioni durature con la Gen Z e costruire insieme a loro un’immagine di marca solida e autentica.







