

Come l’influencer marketing, intrecciato allo storytelling, raggiunge gli obiettivi del marketing turistico.
La dinamicità e la vivacità del settore turistico e culturale richiede strategie di comunicazione incentrate sulla narrazione dell’esperienza e sulla condivisione delle emozioni vissute per riuscire a promuovere la conoscenza del brand di destinazione e incrementare il numero di visitatori.
In questo contesto le tecniche e le attività dell’influencer marketing diventano una risorsa eccezionalmente significativa, in quanto l’ascolto e la fiducia da parte degli utenti si costruisce intorno alla reputazione e alla posizione di autorevolezza e notorietà che questi soggetti, considerati veri opinion leader, rivestono nella società.
Come dimostrano i dati raccolti durante l’indagine “Travel by People”, presentata al BTO 2020 – Travel Onlife, che ha coinvolto 20 regioni italiane, il rapporto tra turismo e influencer marketing funziona nel raggiungimento di importanti risultati, quali:
- aumento della visibilità e riconoscibilità della destinazione
- promozione di prodotti, itinerari e/o esperienze del territorio
- comunicazione di eventi
- aumento delle visite sul sito web
- sviluppo del posizionamento di una specifica località
- miglioramento dell’engagement sui canali social
- generazione di lead
- miglioramento della reputazione online del territorio
Tuttavia, resta ancora da sciogliere una grande incognita, ovvero come calcolare e quantificare l’effettivo ritorno economico conseguente alle azioni di influencer marketing.
Immedesimazione e user experience
La comunicazione veicolata dagli influencer ha il grande vantaggio di essere orizzontale e annullare la distanza che solitamente si interpone tra celebrità e audience. Infatti, l’influencer marketing funziona proprio perché stimola la creazione di dialoghi e relazioni tra persone che, sentendosi sullo stesso piano, si riconoscono nel carattere, nei sogni e nelle passioni comuni, riuscendo a immedesimarsi nelle emozioni dell’altro.
In questo modo, il messaggio acquista valore, credibilità, veridicità ed è in grado di coinvolgere emotivamente il pubblico.
Nel marketing turistico l’user experience è strettamente connessa all’immedesimazione, cuore pulsante dell’influencer marketing e leva potente capace di rendere l’esperienza desiderabile agli occhi del pubblico che partecipa attivamente, seppur indirettamente e virtualmente, all’esperienza narrata. Adottare un linguaggio narrativo distante dalla classica promozione di pacchetti turistici incrementa l’interesse e l’avvicinamento di ospiti più giovani e difficili da conquistare, come Millennial e Generazione Z, affascinati dal carisma mediatico degli influencer.
L’empatia rende autentica la narrazione, conferendo alla strategia di comunicazione genuinità e personalità.
Molti sono i musei, le istituzioni culturali e gli enti turistici che periodicamente scelgono di comunicare attraverso il racconto di influencer sfruttando tecniche di storytelling personalizzate e colorate da emozioni vere e uniche.
Al centro di un grande dibattito, c’è stata l’iniziativa di promozione e valorizzazione delle meraviglie d’Italia realizzata dalla nota influencer Chiara Ferragni. Le mete del suo tour sono state la Toscana, la Puglia, in occasione della sfilata di Dior a Lecce, la Sardegna e il Veneto, dove a Venezia ha ricevuto il Leone d’Oro per l’impegno civico. Con stories e post quotidiani ha coinvolto tutti i suoi follower nella narrazione delle destinazioni visitate, creando migliaia di interazioni al minuto e generando un forte engagement.
Oltre al tour estivo, l’influencer cremonese ha organizzato uno shooting fotografico nella Galleria degli Uffizi di Firenze e ha visitato privatamente i Musei Vaticani. I suoi scatti, uno davanti alla Venere di Botticelli e l’altro nella Cappella Sistina sotto l’incantevole capolavoro di Michelangelo accanto a suo marito Fedez, hanno raccolto consensi, milioni di visualizzazioni, like e naturalmente qualche critica.
L’avvenimento ha fatto da cassa di risonanza per i due musei, in particolar modo per gli Uffizi che, nel week end successivo, ha registrato un aumento del 27% dei visitatori tra cui moltissimi under 25.
Anni fa il Museo Archeologico Nazionale di Napoli si è affidato alla simpatica napoletanità e alla frizzante comicità dei The Jackal, un giovane gruppo di perfomer e videomaker che, con il video “L’Esperto di Cose al MUSEO” hanno raggiunto quasi 2 milioni di visualizzazioni sulle piattaforme di Facebook e Youtube. La strategia ha favorito l’aumento della visibilità e dell’awareness per l’ente museale.
Ancora, Cristina Fogazzi, per i follower l’Estetista Cinica, è stata invitata dal Vaticano per incentivare le visite ai Musei e alla Cappella Sistina. L’imprenditrice bresciana, famosa su Instagram per la sua attività di comunicazione nel settore beauty e founder del brand VeraLab, durante una sua visita ha raccontato l’indescrivibile bellezza delle opere conservate nei Musei Vaticani, promuovendo anche i servizi di accessibilità che garantiscono a tutti i visitatori assoluta sicurezza.
Sempre lei, lo scorso anno, è stata protagonista di un progetto organizzato dal Touring Club Italiano “Estate nei Borghi”, nato con l’obiettivo di valorizzare le piccole perle dell’entroterra italiano certificati con la Bandiera Arancione. Questa volta però era in compagnia di Paolo Stella, attore, scrittore, regista ed esperto di tendenza, seguito da 378mila follower su Instagram. Un’esperienza autentica, in sella a un Ape Piaggio colorato, condivisa minuto per minuto con i loro follower al fine di scatenare la loro curiosità e generare il desiderio di scoprire quei tesori nascosti.
Puntare ai micro e nano travel influencer
Trend in forte espansione è l’ascesa dei micro influencer: i nuovi protagonisti del marketing turistico territoriale e alternativa efficace ai top influencer, a cui si aggiungono i nano influencer, recente tendenza esportata in Europa dagli Stati Uniti, seguiti da un minimo di 1.000 fino a un massimo di 10.000 persone. A quest’ultima categoria appartengono i local influencer, ossia travel blogger che operano in un’area geografica specifica identificandosi come punto di riferimento nel proprio territorio.
I micro influencer hanno dai 10mila ai 100mila follower e sono blogger, social influencer, videomaker, figure di nicchia, amanti di esperienze particolari e specializzati in determinate tematiche, in grado di generare contenuti virali destinati a fasce di pubblico che scelgono di seguirli per la qualità e la genuinità dei loro racconti.
Il loro successo non si fonda sulla notorietà, bensì sulla qualità dei contenuti divulgati sui personali canali web e social utilizzati come se fossero un diario di bordo dove documentare viaggi, esperienze, attività e ancor di più sulla capacità di entrare in empatia con i follower attraverso l’esternazione di emozioni autentiche.
Le persone preferiscono dialogare e ascoltare i micro influencer perché questi, dimostrando grandi abilità critiche, forti competenze e disponibilità nell’alimentare il dialogo, sono percepiti come più veri e naturali dei top influencer intorno ai quali invece, i brand costruiscono vere e proprie strategie di comunicazione curate nei minimi dettagli.
Più alto è il numero di follower, minore sarà l’interazione tra influencer e audience.
L’influencer marketing rappresenta un’opportunità reale alla portata di tutti. Come afferma Andy Warhol in una sua citazione:
“in futuro tutti saranno famosi per 15 minuti”
Ogni strategia di marketing turistico e territoriale ha l’obiettivo di coinvolgere, raccontare, incuriosire e attrarre. Se sei una struttura ricettiva, un ente turistico o un’istituzione e vorresti integrare alla tua strategia di comunicazione attività di influencer marketing, Contattaci
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