

Fare leva sull’empatia per entrare in connessione con i propri clienti, rende vincente una strategia di marketing e comunicazione.
La società contemporanea, dominata da individualismo, frenesia, competizione ed egoismo, ha bisogno di fermarsi un attimo e respirare. Donne e uomini sembrano freddi, apatici, superficiali, hanno smesso di guardarsi negli occhi.
Stiamo perdendo di vista la capacità per eccellenza che rende l’essere umano unico nel suo genere: l’empatia.
Ascolta, è il tuo cervello che ti chiede: “sai cosa vuol dire empatia?”
Una parola che deriva dal greco empatéia, da en dentro + pathos sentimento, che significa appunto calarsi dentro l’altro, identificarsi e percepirne i sentimenti come se fossero propri.
Essere empatici abilita la nostra sensibilità nei confronti del cambiamento, degli stati d’animo delle persone, di cui ne comprendiamo i sentimenti provati e li condividiamo.
L’empatia accende i nostri sensi, riscalda la parte più intima del nostro organismo e crea connessioni, favorendo l’aggregazione, la nascita di rapporti, la comunicazione interpersonale e la collaborazione.
Sono le emozioni che ci aiutano a immedesimarci con le altre e persone, e a dircelo è il cuore.
“Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore, ancora oggi non si conoscono tutti i suoi meccanismi. Se nei ragionamenti del cervello c’è logica, nei ragionamenti del cuore ci sono le emozioni.”
A ribadirlo è il Premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini, e ad avvalorare la sua tesi è il lavoro di ricerca portato a termine dal dottor J. Andrew Armour, quando nel 1991 ha introdotto il termine cervello-cuore.
È stato appurato che il sistema nervoso cardiaco è molto complesso. Il cuore, infatti, possiede al suo interno un piccolo cervello composto da circa 40.000 cellule di tessuto neuronale, che ha la facoltà di agire in maniera indipendente dal cervello.
Il cuore, sotto certi aspetti, si rivela l’organo più potente. Quando diciamo: “pensa e agisci col cuore”, non sbagliamo affatto.
Da chi è governata l’empatia?
Pietro Calissano, medico-chirurgo e collaboratore di Rita levi Montalcini durante le attività di ricerca nel settore della neurobiologia, in un’intervista rilasciata alla Treccani, afferma che l’empatia è governata da una popolazione di cellule nervose: i neuroni specchio.
Il complesso meccanismo di empatia e neuroni specchio, è stato scoperto dal neuroscienziato Giacomo Rizzolati e il suo gruppo di ricerche nei primi anni ’90:
“Il meccanismo dell’empatia ci consente di conoscere gli altri. Abbiamo scoperto che mediante i neuroni specchio le reazioni degli altri si rispecchiano dentro di noi e stimolano emozioni. È innato, va allenato ed è modulabile dalla cultura, dal contesto, dalla società e dall’educazione”.
I neuroni specchio sono collocati all’interno delle aree motorie e descrivono le azioni altrui nel cervello di chi guarda in termini motori, rispondendo poi a stimoli visivi. Ad esempio, quando vediamo qualcuno che prende il cellulare dalla tasca del giubbotto e inizia a usarlo, in qualche modo sembra come se lo stessimo facendo anche noi.
Successivamente si sono accorti che la stessa cosa vale per le emozioni. Perché alcuni di noi piangono mentre guardano un film?
Ecco, le reazioni che i protagonisti della storia stanno vivendo in una scena bel precisa, si riflettono dentro di noi e il nostro cervello inizia a immaginare cosa proveremmo in situazioni simili e, durante la visione pur non capendo realmente quell’emozione la proviamo e reagiamo di conseguenza.
Un processo che ci permette di comprendere anche l’intenzione di un’azione o emozione, il perché la si fa o la si prova, suscitando in noi una risposta empatica.
L’efficacia dell’empatia in una strategia di marketing e comunicazione
Far uso della comunicazione empatica nel mondo del marketing e della pubblicità è fondamentale per instaurare, consolidare e mantenere relazioni tra brand e clienti.
L’empatia apporta valore a un brand, per questa ragione la combinazione:
EMPATIA + STRATEGIA DI MARKETING Ѐ VINCENTE.
Il successo che ne consegue è il posizionamento nel cuore del cliente che decide di fidarsi completamente poiché sente che i suoi bisogni primari e desideri vengono compresi e ascoltati.
Come afferma Daniel Goleman, psicologo, scrittore, giornalista statunitense e padre della teoria dell’Intelligenza Emotiva:
“l’empatia ci consente di governare le emozioni e guidarle nelle direzioni più vantaggiose”.
I brand che fanno buon uso della comunicazione empatica, infatti, riescono a veicolare le scelte d’acquisto dei clienti, poiché capaci di immedesimarsi in loro, ascoltarli e capire come vogliono sentirsi durante la fruizione del prodotto o servizio acquistato.
Parola d’ordine: ASCOLTO.
L’abilità di saper ascoltare con attenzione chi c’è dall’altra parte, rappresenta la base dell’empatia.
Mettere sul mercato un prodotto non più, solo perché bello, prezioso, unico, ma soprattutto perché fa star bene il consumatore, è utile, aiuta, risolve un problema e fa vivere un sogno.
“Il marketing consiste nell’individuazione e nel soddisfacimento dei bisogni umani e sociali”.
Nell’insegnamento del padre del marketing moderno, Philip Kotler, l’empatia non si vede ma si sente.
Sintonizzarsi con le emozioni del pubblico, imparare a ragionare con la sua testa e ascoltare profondamente le sue esigenze, sono capacità che aiutano le aziende nella creazione di un’offerta completa: dal design, alla comunicazione; dalla vendita alla fruibilità.
Questo perché non è più l’azienda che vende ma è il cliente che sceglie di acquistare il prodotto di un brand. È opportuno, quindi, cambiare la considerazione del cliente. Lui è il protagonista del mercato. Per questo motivo, bisogna porre una particolare attenzione su di lui, essere sempre presenti, non abbandonarlo mai e rispondere con tempestività e costanza a dubbi e richieste.
L’empatia è la colonna portante del web marketing
Sul web le emozioni si moltiplicano con una velocità impressionante. Sembra che gli utenti, in particolar modo sui social network, si sentano liberi di esprimere le proprie idee, opinioni e di condividere stati d’animo e sentimenti.
Qui entra in gioco la cosiddetta empatia 2.0, che attraverso il listening emozionale, ascolta attentamente e attivamente le persone, per conoscerle e aiutarle. È essenziale imparare a leggere e captare le emozioni che si nascondono dietro un emoji, una fotografia, una frase.
Inoltre, per utilizzare i mezzi di comunicazione, sia tradizionali che digitali come “piazze virtuali” per costruire relazioni con il target a cui ci si vuole rivolgere, è efficace creare e diffondere contenuti empatici ed emozionali, attraverso tecniche innovative di copywriting, content marketing e storytelling.
Le persone vogliono storie vere in cui rivedersi e da cui trarre soluzioni per risolvere problemi e realizzare sogni. I contenuti puramente informativi e distaccati non attraggono più.
Lo storytelling: l’arte di emozionare, coinvolgere, fidelizzare, legare.
Raccontare non per convincere, ma per creare nella mente dell’ascoltatore associazioni, una nuova concezione del prodotto, un ricordo, una sensazione. Il brand diventa unico e memorabile non per merito dell’oggetto offerto, ma per il fascino della storia che lo avvolge.
Ricorda: dipingi con le tue emozioni la bianca tela del cuore del cliente.
Rifletti sulla tua strategia di marketing e comunicazione: è abbastanza empatica? I tuoi contenuti sono capaci di emozionare e parlare al cliente?
Se mancano questi ingredienti speciali, contattaci. La nostra agenzia di comunicazione potrebbe avere la ricetta giusta per te.
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